Il Consiglio dei Ministri, nella seduta del 24 luglio 2025, ha approvato il Sesto Piano Nazionale d’Azione per l’Infanzia e l’Adolescenza, documento strategico biennale che traccia gli obiettivi prioritari delle politiche italiane rivolte ai bambini e agli adolescenti per il biennio 2025–2027. Il Piano rappresenta uno degli strumenti principali attraverso cui il Governo attua le disposizioni della Convenzione ONU sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza, firmata a New York nel 1989 e ratificata dall’Italia con legge n. 176/1991.
La redazione del Piano è stata curata dall’Osservatorio Nazionale per l’Infanzia e l’Adolescenza, presieduto dal Ministro per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità, Eugenia Roccella, che ha sottolineato il valore inclusivo e partecipativo del processo. Il documento approvato raccoglie infatti il contributo di istituzioni centrali, regioni, enti locali, terzo settore, associazioni di categoria, ma anche e soprattutto delle rappresentanze giovanili, che hanno potuto esprimere il proprio punto di vista sui temi di maggiore rilevanza.
Uno degli aspetti salienti messi in evidenza è la volontà di superare la frammentazione delle azioni in materia di infanzia e adolescenza, promuovendo una visione integrata e sistemica degli interventi. In questa prospettiva, il Piano si pone l’obiettivo di orientare le politiche pubbliche verso un approccio multidimensionale, che tenga conto delle molteplici esigenze di sviluppo, protezione e partecipazione dei minori.
Il documento si articola in quattro macroaree tematiche, ciascuna connessa a specifiche azioni programmatiche. La prima riguarda i diritti civili e la partecipazione, con un focus sul rafforzamento della cittadinanza attiva dei minori e sulla promozione del protagonismo giovanile. La seconda è dedicata alla povertà e all’esclusione sociale, temi che il Piano affronta in relazione alla condizione economica e abitativa delle famiglie, ma anche al divario digitale, all’inclusione scolastica e alle diseguaglianze territoriali.
La terza area si concentra sull’educazione e l’istruzione, ritenute fondamentali per garantire pari opportunità e inclusione. Il Piano individua la necessità di rafforzare l’accesso ai servizi educativi fin dalla prima infanzia, migliorare la qualità della didattica, contrastare la dispersione scolastica e promuovere l’integrazione dei minori stranieri. La quarta macroarea è dedicata alla salute e al benessere, intesi sia in senso fisico sia psicologico. In questo ambito, particolare attenzione è riservata alla salute mentale dei minori, alla prevenzione dei disturbi alimentari e delle dipendenze, e alla promozione di stili di vita sani.
Un elemento innovativo del nuovo Piano è la centralità riconosciuta alla valutazione di impatto delle politiche pubbliche sui minori, secondo il principio del child mainstreaming. Il documento invita tutte le amministrazioni coinvolte ad adottare strumenti di monitoraggio e valutazione capaci di misurare gli effetti reali degli interventi sulla vita dei bambini e degli adolescenti. In questa direzione, sarà potenziata anche la raccolta dei dati disaggregati per età, genere e condizione sociale, al fine di garantire un’analisi più precisa e mirata dei bisogni.
Il Piano 2025–2027 si collega inoltre ad altre strategie nazionali in corso, come il Piano Nazionale Famiglia, il Piano Nazionale Non Autosufficienza, il Piano Nazionale Salute Mentale, oltre che alla programmazione prevista dal PNRR. Questo approccio integrato rafforza la coerenza tra le diverse politiche e consente una migliore allocazione delle risorse.
La Ministra Roccella ha ribadito che il documento si configura come un quadro strategico, non vincolante sul piano normativo ma capace di orientare gli interventi nei diversi settori della vita dei minori. Ha anche ricordato che il Piano sarà sottoposto a una verifica di attuazione annuale, per valutare il grado di implementazione e apportare eventuali correttivi.
Uno degli aspetti più apprezzati del nuovo Piano è l’attenzione posta ai processi partecipativi. Durante la fase di elaborazione, è stato promosso un ampio coinvolgimento dei giovani attraverso i Consigli comunali dei ragazzi, i forum giovanili e le consultazioni online, permettendo così ai diretti interessati di contribuire alla definizione delle priorità politiche.
La Ministra ha inoltre evidenziato come il nuovo Piano intenda affrontare anche i temi della transizione ecologica, della digitalizzazione e della mobilità sostenibile, considerati cruciali per il futuro delle nuove generazioni. Su questi fronti, saranno promossi progetti educativi volti a sensibilizzare i minori sui temi ambientali, a favorire l’accesso equo alle tecnologie e a incentivare modalità di trasporto alternative e sicure.
Sul piano operativo, il Piano fungerà da riferimento per l’allocazione delle risorse da parte delle regioni e dei comuni, nonché per l’attuazione dei piani regionali e locali per l’infanzia e l’adolescenza, previsti dalla legge 285/1997. Le amministrazioni territoriali saranno chiamate a declinare gli obiettivi strategici nazionali nei rispettivi contesti, assicurando coerenza tra le politiche centrali e quelle locali.
Il Sesto Piano Nazionale Infanzia si distingue per una visione moderna e ambiziosa delle politiche per i minori, fondata su principi di equità, inclusione e sostenibilità. La sfida che si apre ora riguarda la messa a terra degli obiettivi, che dipenderà dalla capacità delle istituzioni di fare rete, valorizzare le buone pratiche e sostenere con continuità gli interventi programmati.
La sua approvazione rappresenta dunque un passo decisivo verso la costruzione di una società che riconosce i minori come soggetti titolari di diritti, e non solo come destinatari passivi di interventi assistenziali. In questo senso, il Piano è anche un segnale forte verso la promozione di una cultura dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, radicata nella Costituzione italiana e nei principali strumenti internazionali.
In un contesto segnato da crisi demografiche, crescenti disuguaglianze e fragilità sociali, il Piano offre una cornice organica per affrontare in modo coordinato e lungimirante le sfide educative, sanitarie e sociali del presente e del futuro. Il suo valore non risiede solo nei contenuti programmatici, ma anche nella metodologia partecipativa e nella coerenza interistituzionale che lo ha caratterizzato sin dalla sua genesi.
L’auspicio, espresso dalla Ministra e condiviso da tutti i soggetti coinvolti, è che il Piano diventi strumento concreto di cambiamento, capace di incidere positivamente sulla qualità della vita dei bambini e degli adolescenti, promuovendone il pieno sviluppo e la partecipazione attiva alla vita democratica del Paese.