Il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, è recentemente intervenuto per chiarire la posizione del Ministero in merito all’uso del cellulare a scuola. Le sue dichiarazioni sono arrivate in risposta a un’interrogazione parlamentare avanzata da un deputato, che chiedeva delucidazioni circa la normativa attualmente in vigore sull’utilizzo degli smartphone in classe.

L’interrogazione è stata presentata da Antonio Caso, deputato del Movimento 5 Stelle, membro della Commissione Cultura della Camera. In particolare, Caso ha chiesto se il Ministro avesse intenzione di promuovere una circolare o normativa nazionale sull’utilizzo dei cellulari a scuola, sia per quanto riguarda gli studenti che il personale scolastico, facendo riferimento anche alle potenziali sanzioni in caso di violazioni.

La risposta del Ministro è stata articolata e ha toccato vari aspetti della questione, con l’obiettivo di fare chiarezza su un tema da anni al centro del dibattito pubblico e scolastico.

Valditara ha esordito precisando che l’uso dei telefoni cellulari durante le attività didattiche è vietato, richiamandosi alla Circolare Ministeriale n. 30 del 15 marzo 2007, che sancisce in modo esplicito questo divieto. La circolare è tuttora valida e rappresenta il principale riferimento normativo in materia, anche se il dibattito sull’efficacia e l’attualità delle disposizioni continua a emergere periodicamente.

Nel suo intervento, il Ministro ha sottolineato come la presenza dei cellulari in classe possa interferire negativamente con l’ambiente educativo, causando distrazioni e ostacolando la concentrazione degli studenti. Tuttavia, ha anche specificato che portare il cellulare a scuola è consentito, a patto che non venga utilizzato durante le ore di lezione.

Il cellulare può essere tenuto nella borsa dello studente o all’interno del cassetto del banco, e deve restare lì per tutta la durata della giornata scolastica, che in media si aggira attorno alle cinque ore. Secondo le parole del Ministro, “il cellulare si può portare a scuola, ma per cinque ore sta nel cassetto o nella borsa”.

Il chiarimento ha lo scopo di delimitare con precisione la distinzione tra possesso del dispositivo e uso improprio durante le attività didattiche. La norma, quindi, non vieta agli studenti di avere con sé lo smartphone, ma vieta esplicitamente il suo utilizzo durante le lezioni, a meno che non sia espressamente autorizzato per scopi didattici.

Valditara ha anche ribadito come l’obiettivo del Ministero sia quello di tutelare l’ambiente scolastico, assicurando il pieno svolgimento delle attività didattiche senza interferenze esterne. Le disposizioni attualmente in vigore sono quindi orientate alla protezione del clima educativo e alla salvaguardia del diritto all’istruzione.

In riferimento all’interrogazione parlamentare, il Ministro ha chiarito che non è prevista al momento l’emanazione di una nuova circolare nazionale specifica sull’argomento, poiché la normativa attuale è considerata sufficiente a regolare il comportamento degli studenti e del personale scolastico in merito all’utilizzo dei dispositivi mobili.

Tuttavia, ha aggiunto che le singole istituzioni scolastiche hanno la facoltà di intervenire sul tema attraverso i propri Regolamenti d’Istituto, all’interno dei quali possono essere definite regole più dettagliate riguardo al possesso e all’uso degli smartphone. Questo meccanismo permette a ogni scuola di adattare le regole generali alle specificità del proprio contesto educativo e organizzativo.

Nello stesso contesto, Valditara ha sottolineato che l’autonomia scolastica consente agli istituti di predisporre strumenti regolativi interni, anche sulla base del dialogo con studenti e famiglie. In questo modo, l’utilizzo del cellulare a scuola può essere disciplinato in maniera più flessibile, a seconda delle esigenze del singolo istituto e del progetto educativo adottato.

Nel caso in cui gli studenti violino le disposizioni previste dal Regolamento d’Istituto o dalla normativa ministeriale, gli organi scolastici competenti possono intervenire applicando sanzioni disciplinari, come previsto dallo Statuto delle studentesse e degli studenti e dagli strumenti normativi già esistenti.

Allo stesso modo, anche il personale scolastico è tenuto a rispettare le regole sull’uso dei dispositivi elettronici durante l’orario di servizio. In questo senso, eventuali comportamenti scorretti da parte del personale possono essere valutati all’interno dei procedimenti disciplinari previsti per i dipendenti pubblici.

In sintesi, le parole del Ministro Valditara ribadiscono una posizione chiara: il cellulare a scuola si può portare, ma non usare durante le lezioni. La gestione pratica di questa disposizione è demandata anche ai Regolamenti delle singole scuole, che possono specificare le modalità di custodia e le eventuali eccezioni, come nel caso di utilizzo a fini didattici, sempre sotto la supervisione degli insegnanti.

Va inoltre ricordato che, in linea con quanto espresso nella Circolare del 2007, l’uso del cellulare per registrare o fotografare docenti e compagni senza consenso costituisce una violazione della privacy e può dar luogo a procedimenti disciplinari e, nei casi più gravi, anche a conseguenze di natura penale. La tutela dei dati personali resta un tema centrale nella regolamentazione dell’uso degli smartphone in classe.

In conclusione, le recenti dichiarazioni del Ministro, pur non introducendo novità normative, rappresentano un importante chiarimento su come devono essere interpretate e applicate le disposizioni esistenti. Il divieto di utilizzo dei cellulari durante le lezioni resta quindi confermato, mentre la possibilità di portare con sé il dispositivo, purché spento o non utilizzato durante le ore di lezione, è ammessa e regolata dalle singole scuole in coerenza con l’autonomia scolastica.

Questo chiarimento si inserisce in un contesto in cui il dibattito sull’uso del cellulare a scuola continua a essere centrale nel mondo educativo, e le scuole si trovano spesso a dover bilanciare esigenze diverse: da un lato, la necessità di proteggere la concentrazione e la qualità della didattica, dall’altro, la presenza diffusa degli smartphone nella quotidianità degli studenti.

La posizione del Ministero si fonda sull’equilibrio tra queste esigenze, lasciando spazio all’adattamento locale tramite i Regolamenti interni delle scuole e confermando il valore della normativa esistente.